sabato 14 gennaio 2012

LO SPAZZOLINO

Il professore di storia era entrato in classe con un’altra persona, un signore anziano rispetto all’età media degli insegnanti che, comunque, vengono in genere visti come vecchi studenti.
“Nella prima metà di quest’anno scolastico abbiamo studiato la storia del ventesimo secolo scritta dai vincitori delle due guerre mondiali che, sapendo tutto, hanno dovuto spesso ripetersi. Il programma è finito, ma le lezioni continuano. Sul passato sappiamo quanto ci è permesso di sapere ed è ora di occuparci del futuro senza tuttavia dimenticare che l’anticipazione del futuro corrisponde ad una maggiore vicinanza della morte”.
“Se la nostra mente potesse veramente anticipare il futuro, saremmo più preparati ad affrontare gli eventi che ci attendono”, osservò uno studente del secondo banco.
“Per questo vi ho portato un personaggio in grado di descrivervi il futuro. Egli passa il tempo a interpretare i segnali del destino per costruire una visione del futuro che viene poi raccontata come una favola. Si distrae soltanto per bere qualche bicchiere di vino, omaggio della Cantina Sociale, ma non vi cerca l’alcol, bensì la poesia”.
“Un santo trovatore piuttosto. Ascoltatelo con attenzione”.

Un pomeriggio di maggio dell’anno 2008 un cliente entrò nella farmacia sotto i portici, che esisteva già nello scorso millennio, per comperare uno spazzolino da denti.
“A base fissa o a rotazione?” – chiese la commessa.
“Cos’è meglio?
“Dipende dalla struttura dei denti. Possiamo vedere in fretta”.
Il cliente non sapeva che dire, era impacciato e anche un po’ sorpreso. La ragazza prelevò due strani apparecchi da un armadietto: “Ecco, questo è il nostro modello 3000”, disse orgogliosa e cominciò a indicare i tasti per le diverse funzioni che venivano rigorosamente nominate con sigle. “Cosa si deve intendere per TAT, DES e tutto il resto?” – chiese il cliente confuso. “Le setole”, spiegò la commessa, “devono assumere una diversa angolatura a seconda che a essere spazzolati siano gli incisivi, i canini o i molari, per non parlare poi del dente del giudizio”. – “Perbacco!” – esclamò il cliente. “Qui sopra c’è il dispositivo personalizzante. Si digita la Password”, continuò la commessa. “Password?” – “Si, il codice segreto. Non vorrà mica che degli estranei, dei ladri magari, usino il suo spazzolino da denti?” – “Non sia mai”. – “Per l’ablazione del tartaro bisogna invece spingere questo bottone attendendo che si accenda la spia verde. La grande novità è però rappresentata dalla prevenzione della paradentosi, che si ottiene azionando...”.
La commessa si accorse con disappunto che il cliente non la seguiva nella descrizione. “In poche parole”, riassunse, “questo modello 3000 consente di spazzolare i denti, distruggere i batteri, massaggiare le gengive, restituire splendore ai denti e immunizzarli contro la carie …”- “Ma otturazioni non se ne possono eseguire?”. – “Non ancora”.
A questo punto il cliente voleva rivolgere una domanda che da tempo teneva sulle labbra e alla fine riuscì anche a farlo:”Uno spazzolino da usare amano non ce l’ha forse più? È un modello superato, vero?” – La ragazza lo guardò come avrebbe fatto ogni suo collega nei negozi di Hi-Fi, cui fosse stata richiesta una di quelle puntine d’acciaio per grammofoni in uso per un po’ di tempo nel secondo millennio. “Dia un occhiata al mercatino dell’antiquariato, ma non si faccia illusioni”, fu la risposta accompagnata dal sospetto che, in varie circostanze, il regresso faccia continui progressi.
“Non c’è un apparecchio più semplice?” – chiese il cliente. “Non c’è, ma noi offriamo anche dei corsi di formazione sull’uso del modello 3000: A dire la verità un prodotto più semplice lo abbiamo ma è molto meno efficace”.
Il cliente si decise per uno degli apparecchi più semplici e meno costosi, e, appena giunto a casa, lesse il manuale per l’uso. Non riuscì a capire nulla di quella prosa contorta, che, comunque, era una consolazione in confronto alle spiegazioni con sigle sentite in farmacia.

Attualmente quel signore si pulisce i denti con un vecchio spazzolino per pulire le bottiglie che ha scoperto in un armadio giù in cantina. Non si tratta certo di una soluzione durevole o definitiva perché sono già sul mercato dispositivi elettronici anche per pulire le bottiglie, come gli ha confidato mercoledì scorso il commesso di una bancarella alla Pescheria.
Nerio De Carlo

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