sabato 14 gennaio 2012

LA TARTARUGA

Da tempo Caterina desiderava avere una tartaruga. Non un gatto, un cucciolo oppure un altro animale, ma una tartaruga. Un giorno ne vide una esposta nella vetrina del negozio di animali vicino alla scuola e il suo desiderio aumentò.
“Mamma , mi comperi una tartarughina per il mio compleanno?”, chiese fiduciosa la bimba.
“Non è possibile. Non abbiamo giardino per la bestiola, che tra l’altro è anche stupida. Sporcherebbe la casa. Ti regalerò qualcos’altro”, rispose la madre aggiungendo altre difficoltà come il letargo invernale, le visite veterinarie, la denuncia obbligatoria presso le autorità trattandosi di animale esotico e, non ultima, l’impossibilità di affidare la bestiola ad altri in caso di assenza.
Qualche giorno dopo (era il 22maggio) Caterina raccontò ai compagni di avere avuto una testuggine che si chiamava Isotta. Subito si accese la curiosità dei piccoli amici.
“Veniamo anche noi a giocare con Isotta”, esclamò entusiasta la bimba dai capelli rossi che sedeva al primo banco.
“No. In questi giorni abbiamo ospiti, non è possibile”, rispose Caterina arrossendo. “Oggi veniamo da te a fare i compiti e così ci mostri il tuo regalo”, insistette un altro giorno il ragazzo con le lentiggini che l’aspettava ogni mattina per andare a scuola. “No, oggi non è possibile perché Isotta sta male”, ribattè Caterina confusa.
Passarono altri giorni tra richieste e rifiuti, finchè l’amica dai capelli rossi seppe dal fratello di Caterina che in casa non c’erano tartarughe. La notizia fece il giro della classe. “Bugiarda, sei una bugiarda”, ripetevano tutti a Caterina. E lei reagiva stizzosa: “E io invece ce l’ho la tartaruga!”
La bimba torno a casa pensando ad alta voce: “Isotta , con quegli amici che mi hanno chiamata bugiarda non parlerò più”. Dopo qualche giorno la ragazzina dai capelli rossi le chiese: “Come sta la tartaruga?” – “Bene, ma è un po’ stupida e maleducata: sporca in casa. Poi quando ci dobbiamo assentare non sappiamo a chi lasciarla”, rispose seriamente Caterina.
Le domande sulla salute della bestiola continuarono e gli amici le mandavano qualche foglia di insalata colta nei loro orti. La bimba dai capelli rossi sosteneva che la tartaruga avrebbe gradito anche un po’ di cioccolata, con moderazione si intende.
Un giorno Caterina giunse a scuola in lacrime. “La mia tartaruga è morta”, confidò agli amici. Questi dissero: “Bisogna seppellirla”, “Si, ma dove?”, Nel giardino comunale sotto la pianta di sambuco”. – “Sta bene”, concluse Caterina.
All’ora convenuta per l’appuntamento la bimba dai capelli rossi potò una scatola di biscotti legata con un nastrino; il ragazzo con le lentiggini portò dei fiori(fiordalisi, credo), un altro amico scavò una buca nel terreno.
“Addio Isotta “, disse Caterina .
“Addio Isotta” risposero gli amici.
Sebbene sia passato molto tempo da quando i ragazzi hanno celebrato quella cerimonia , una tartaruga un po’ stupida e maleducata è rimasta impressa nelle loro menti.

Nerio De Carlo

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