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venerdì 21 gennaio 2011

Sonia Ros

Alterità è la parola chiave: realtà “altra da me”, altra rispetto ai consueti canoni di rappresentazione, ma ben presente nella necessità inconscia di una nuova rappresentazione pittorica. E lo scandaglio cala nel mondo onirico dell’immagine organica, quella appena sotto la pelle dell’apparenza visiva: il mondo altro. Quello di Sonia Ros è un lavoro che segue senza imbarazzi e timori reverenziali le strade della pittura. Le tele permettono un’esperienza spaziale in una dimensione “utopica”, in cui fluttuanti elementi “organici”, quasi reperti pseudo-anatomici, risultano collegati da esili trubicoli: l’assieme disegna immaginifiche“macchine” il cui confine fra organico e artificiale è indistinguibile. Le apparizioni cromatiche sottolineano il racconto fantastico.

M. Martelli

DALL’ACCADEMIA ALLA FORNACE

-nuove sinergie per l’innovazione e la creatività –

Preferisco il silenzio.


La pittura si respira e va lasciata entrare dagli occhi, a riempirti testa e cuore come un buon bicchiere di vino.

Amo gli artisti di poche parole, e che Dio ci perdoni tutto quello che di inutile si è detto e scritto sull’arte.
Avrà tanto da perdonare.

Ma il ruolo che ricopro e l’occasione di una mostra di giovani artisti costringe a dire:

NELLA NOSTRA SCUOLA SI INSEGNA A RESPIRARE LA PITTURA; NON SI INSEGNA A DIPINGERE.

Non nel significato banale e corrosivo del termine.
Si crea piuttosto un clima; si affinano tecniche e strumenti, si allargano orizzonti culturali, si progetta insieme, si verificano percorsi, rispettando personalità e pulsioni diverse.
Ed infine si aspetta pazientemente che il lavoro, solo il lavoro, dia risultati.
Scuola di pittura è soprattutto “laboratorio”; non solo, ma soprattutto.
Laboratorio di mani e di idee.
Tutto qui.

Da questa scuola non aspettatevi parole o bei concetti da affidare a messaggi sublimali sistemati con disinvolto e supponente pauperismo, tanto snob in luoghi deputati e ben “curati”.
Le noisette vestali della “nouvelle cuisine” dell’arte torceranno il naso.
Già messo in conto.

Da noi non si fa così.

Abbiamo un sentimento forte e non rettorico del fare e la parola bellezza non ci intimidisce; non ci incantano le sussiegose bagatelle, le modeste trovate da gardaland dell’arte, le pensose scoperte del nulla.
È l’occasione, questa mostra, per vedere tante strade, personalità distinte, attenzioni di fare molto diverse, ma accomunate da una sola passione e serenamente disposte al libero gioco di sempre:

io faccio, tu vedi.

MAURIZIO MARTELLI –
Titolare di cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia.