ATTIMI E SENSAZIONI






"...Sento rivivere
la struggente bellezza
in questa stagione che passa
nel sospiro dell'anima.

E mi cammina dentro."










PREFAZIONE AL TITOLO


L’attimo: il momento in cui l’occhio fissa l’immagine della realtà. La sensazione:la percezione di quella realtà che si è vissuta nell’attimo colto dalla mente e che attraverso il meccanismo psichico viene  a far parte del tuo mondo interiore. Esso entra, così, in quell’universo dei sentimenti umani generandone e rimuovendone altri ancora: arricchendo il tuo animo.  Si matura e si forma attimo dopo attimo, giorno dopo giorno l’esperienza conoscitiva di quella realtà umana che ci apparterrà, sempre di più, vivendo quelle emozioni da essa scaturite e che maturano in noi quell’intuibile percezione tra il finito della materia e l’infinito che si muove nello spirito di ricerca. Nasce allora il bisogno di decifrare quella realtà vissuta dando ad essa un significato leggibile che trovi, nella creatività dell’espressione artistica, quel senso d’essere, e di esistere perché sia letta, capita e confrontata con il reale divenire: nella sua bellezza, come nella sua drammaticità. Quello dell’espressione artistica, non è altro che un sistema per la traduzione di quell’indescrivibile libro della “Poesia che è la Vita del mondo e dell’Universo”. E’ la ricerca educativa che, filtrando attraverso riflessioni che nascono da radici profonde dentro di noi, ci porta a scoprire il significato di quel senso della precarietà umana e dell’eterno che vive e alita nella nostra esistenza. Attimi di quotidianità vissuta che, nel loro meraviglioso evolversi, affascinandoti, sono intrisi nella coppa della Vita ricolma di gioie e d’amarezze; e come un calice di vino profumato, che non possiamo astenerci dal bere, ci stordiscono inebriandoci il cuore e l’animo predisponendo, così, il nostro pensiero all’intuizione che ti dà quel senso indefinibile dell’umana grandezza del nostro essere, e della debolezza del nostro vivere senza amore.

                                                                   M.B. 





                        




PREFAZIONE
(A cura della poetessa Gina Piccin Dugo)


Parlare della poesia di Mario Borsoi non è cosa facile.


Ci troviamo di fronte ad un poeta istintivo (il padre era altrettanto poeta e amante dell’arte) che non sa di regole, ma che lascia parlare il cuore per un bisogno di esternare speranze, fede, forza di vivere, sogni e ansie d’amore.


Egli è un adulto fanciullo nell’animo, dai limpidi sentimenti, dagli entusiasmi facili, dalle ansie improvvise, piantato in una realtà dissacrante che lo fa soffrire, ma nello stesso tempo gli fa amare la vita, le bellezze naturali dove si sofferma sovente in contemplazione.


Per poter leggere e penetrare il mondo di questo poeta, bisogna tornare bambini, farsi piccoli e umili, rivivere nella gioia i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza.


Il suo verso è spontaneo, senza ripensamenti, senza elaborazioni, senza gradi problematiche: vive e nutre il suo sogno fantastico attraverso la poesia a volte enfatica, a volte struggente, ma sincera sempre.


Mario Borsoi è un autodidatta e come tale si esprime. Fissa sulla carta le sue convinzioni, le sue ribellioni per un mondo che tradisce i suoi ideali.


Poesia che fa tenerezza e che stupisce per gli aneliti di cui è permeata per la pietà che esprime quando parla dell’inutile sofferenza dei bambini, per l’inutile ferocia delle guerre.

                                                                                                                  Gina Piccin Dugo