lunedì 8 aprile 2013

LA VISITA DEL GENERALE DI FANTERIA CARMAGNOLA PER LA DEFINIZIONE DELLA LINEA DI CONFINE CON L’AUSTRIA



( da pag. 94 a pag. 95 del libro “Memorie di un Maresciallo dei Carabinieri 1867-1967  di Luigi Borsoi a cura di Mario Borsoi)



Al crepuscolo di uno di quei giorni, una sera verso la metà di agosto, si presentò in caserma il Generale di fanteria Carmagnola e chiese al brigadiere Menossi se nel paese vi fosse un uomo conoscitore di quei monti e specie della linea di confine con l’Austria per servirgli da guida, poiché in previsione di grandi manovre, in quei siti, desiderava visitare e conoscere quei luoghi. E specie i confini che non erano segnati; e anche noi venimmo, così, a conoscenza interpellando i proprietari che ci indicavano fino a dove pagavano l’imposte all’Italia e per quale superficie all’Austria.
Il brigadiere rispose che in luogo non c’erano persone a cui fare affidamento, perché coloro che non trovavano lavoro in paese, anziché scendere in Italia, salivano le valli e andavano in Austria. E soggiunse: “Se desidera metto io a sua disposizione un carabiniere che conosce i sentieri e i confini”.
Il Generale disse: “La missione domattina alle cinque, sia pronto e partiamo”.
Fui comandato io. Parmi fosse il 12 agosto.
Prendemmo la via del sentiero sopra il Cordevole, Laste, da dove specie con i binocoli si vedeva in territorio Austriaco la strada che da Colle S. Lucia, passano sotto il Col di (?) si dirigeva a Livinalongo e Andras e più in basso di questo paese un forte di cui non ricordo il nome. Proseguimmo per Col Toront dove sostammo per la colazione a base di pane, cotolette di vitello e formaggio e poco vino che l’attendente del Generale portava in sacca. Proseguimmo poi pel passo Fedaia con difficoltà poiché i segni del pericolo sul sentiero, in forte pendio sul monte, erano stati cancellati dalla neve caduta durante la notte. Proseguii io davanti sul segno della piccola ondulazione e senza inconvenienti giungemmo al passo Fedaia confine con l’Austria, ai piedi del ghiacciaio della Marmolada. Scendemmo poi alla Malga Ciapela e passati i serrai di Sottoguda, erano circa le ore diciotto, mi congedò ringraziandomi.
Egli vestiva l’abito borghese e così il suo attendente, e non desiderava essere visto, con me in divisa, arrivare a Caprile. Durante il percorso mi ha rivolto tante domande e seppi rispondergli con tanta franchezza.

Nessun commento:

Posta un commento